O Mole, che superba

Autore: Tronsarelli, Ottavio

All'istesso Anfiteatro sparso d'arena

O Mole, che superba
al sommo ciel poggiasti,
ed or giaci tra l'erba,
ben con segni funesti
d'arena il suol spargesti; 5
e, se polve serbasti
d'atro squallore impressa,
or a te lo squallor sei di te stessa.

Descrizione

Tronsarelli si rivolge all'Anfiteatro Flavio (il Colosseo, la "Mole" del v. 1), ricordando in particolare tutti i massacri avvenuti al suo interno, che hanno bagnato l'arena di sangue atro (v. 7). Alla superbia dell'epoca antica si contrappone lo squallore del presente, poiché il monumento giace tra le erbe incolte.


Opera d'arte


Libro
Tronsarelli, Rime 1627
Tronsarelli, Ottavio, Rime, In Roma per Francesco Corbelletti l'Anno. M.D.C.XXVII. Lucas Cia. F.
Sezione
Madrigali di Ottavio Tronsarelli. Parte seconda.
Pagina
p. 203
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Metro
madrigale (8 versi)
Schema
abaccbdD

Categorie
storia antica; descrizione edificio
Soggetti
Anfiteatro Flavio; Colosseo; Roma; arena; massacri; mole; polvere; sangue; segni funesti; squallore; suolo

Responsabilità della scheda: Martina Milione, Marianna Liguori | Ultima modifica: 3 maggio 2024