Clori, che di Natura emole fingi
Autore: Tronsarelli, Ottavio
A Donna che ricama
Clori, che di Natura emole fingi
con maestro lavor forme spiranti
e d'aurato splendor fatti stellanti
con l'ago i lini industriosa pingi, 4
tu, mentre con la man dotta t'accingi
a fregiar veli e ricamare ammanti
ed in picciol quadrel poni gran vanti,
più lo strale d'Amor che l'ago stringi. 8
Ond'a tal atto il Sol più non mi splende:
mi circonda di morte orrido gelo
e l'oro di quei fregi ombre mi rende. 11
Tal suol ne' regni suoi la dea di Delo,
sol per rendere a gli occhi ombrose bende,
a stelle d'oro ricamare il cielo. 14
Descrizione
In questo sonetto, Ottavio Tronsarelli elogia una donna che ricama, 'dipingendo' il lino (che qui vale tessuto, ma in pittura vale 'tela') di forme che sembrano vive e rendendolo splendente come il cielo stellato. L'ago è paragonato allo strale di Amore: il poeta infatti non riceve luce, ma ombre e 'gelo di morte' dall'oro del ricamo. Allo stesso modo, Diana (la 'dea di Delo') 'ricama' il cielo di stelle d'oro solo per oscurare (con la notte) gli occhi dei mortali.
Opere d'arte
Collegamento congetturale
Si collegano in via congetturale due opere d'arte per mostrare delle rappresentazioni visuali di donne intente nell'arte del ricamo.
- Libro
-
Tronsarelli, Rime 1627
Tronsarelli, Ottavio, Rime, In Roma per Francesco Corbelletti l'Anno. M.D.C.XXVII. Lucas Cia. F.
- Sezione
- Sonetti di Ottavio Tronsarelli. Parte prima.
- Pagina
- p. 64
- Vai al testo originale
- Metro
- sonetto (14 versi)
- Schema
- ABBA ABBA CDC DCD