Insigni Floram qui floribus induit arte
Autore: Baldini, Bernardino
De imagine Florae et Vertumni. Bernardini Baldini epigramma
Insigni Floram qui floribus induit arte,
Vertumnum vestit fructibus arte pari.
Ut similes violae violis, hyacintho hyacinthi,
sic Chloris vivam Chlorida picta refert.
Vertumnumque deum Vertumni reddit imago 5
haec, veluti spicas spica nucemque nuces.
Iosephi virtus hinc nota, simillima veris
numina quae pomis floreque picta facit.
Descrizione
In questo epigramma latino di Bernardino Baldini (1515-1601) viene lodata l’arte pittorica di Giuseppe Arcimboldo (1527-1593) di rappresentare in modo veritiero frutti e fiori nei propri dipinti. In particolare, il poeta si riferisce a due precisi quadri: la “Flora” (1589) e il “Vertunno” (1591), entrambi realizzati a Milano su commissione di Rodolfo II d’Asburgo e spediti pressappoco negli stessi anni alla sua corte viennese.
Il pittore milanese, grazie alla sua virtù pittorica, ormai a tutti nota, riveste di frutti il dio Vertunno con la stessa arte con cui rivestì la dea Flora di fiori. Allo stesso modo in cui sono simili le viole dipinte alla vera viola, i giacinti al vero giacinto, le spighe alla vera spiga e le noci alla vera noce, così Arcimboldo, secondo il poeta, ha la capacità di rendere in pittura la ninfa Clori (colei cioè che si trasformerà, una volta unitasi a Zefiro, nella dea Flora) e Vertunno in modo fedele a quelli "reali".
Opere d'arte
Bibliografia
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Berra, Giacomo, L'Arcimboldo "c’huom forma d’ogni cosa": capricci pittorici, elogi letterari e scherzi poetici nella Milano di fine Cinquecento, in AA.VV., Arcimboldo. Artista milanese tra Leonardo e Caravaggio, Ferino-Padgen, Sylvia, Milano, SKIRA, 2011, pp. 283-313
(p. 309)
- Libro
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Gherardini 1591
All'Invittissimo CESARE RODOLFO SECONDO. Componimenti sopra li due quadri Flora et Vertunno, fatti a Sua Sac. Ces. Maestà da Giuseppe Arcimboldo Milanese, In Milano, appresso Paolo Gottardo Pontio, 1591
- Pagina
- c. 8v
- Metro
- distico elegiaco (8 versi)