Cum flores dea Flora ferat si florida floret

Autore: Baldini, Bernardino

Ad Iosephum Arcimboldium de eius Flora. Bernardini Baldini hexasticon

Cum flores dea Flora ferat si florida floret
  haud mirum est proprio nanque colore nitet.
Quod mirum est quibus indueret se floribus ipsa,
  hisce tua Ioseph floret amicta manu.
At non pictor eam texisti floribus, imo 5
  formasti e variis floribus ipse deam.

Descrizione

In questo esastico latino di Bernardino Baldini (1515-1601) è protagonista la “Flora” di Giuseppe Arcimboldo (dipinto composto nel 1589 su commissione dell’imperatore Rodolfo II d’Asburgo). Il poeta afferma che non c’è da stupirsi che Flora, dea dei fiori e della primavera, splenda per i suoi colori: è più degno di ammirazione il fatto che sia stato l’Arcimboldo, con la sua abilità artistica, a farla risplendere di fiori. Tutta la poesia è giocata sulla ripetizione di parole che rimandano etimologicamente al termine «Flora», come «floret», «floribus» e «florida»: ciò è molto evidente al v. 1, dove è presente anche una forte allitterazione di «f» e «l».


Opere d'arte


Bibliografia

  • Berra, Giacomo, L'Arcimboldo "c’huom forma d’ogni cosa": capricci pittorici, elogi letterari e scherzi poetici nella Milano di fine Cinquecento, in AA.VV., Arcimboldo. Artista milanese tra Leonardo e Caravaggio, Ferino-Padgen, Sylvia, Milano, SKIRA, 2011, pp. 283-313
    (p. 300)

Libro
Gherardini 1591
All'Invittissimo CESARE RODOLFO SECONDO. Componimenti sopra li due quadri Flora et Vertunno, fatti a Sua Sac. Ces. Maestà da Giuseppe Arcimboldo Milanese, In Milano, appresso Paolo Gottardo Pontio, 1591
Pagina
c. 11r

Metro
distico elegiaco (6 versi)

Categorie
encomio d'artista; soggetti naturali
Soggetti
Flora; Giuseppe Arcimboldo; colore; comporre; fiore; formare; mano; pittore

Responsabilità della scheda: Martina Mariotto, Francesco Rossini | Ultima modifica: 9 settembre 2024